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Juice, l’antenna del radar italiano s’è incagliata

C’è un piccolo intoppo a bordo della sonda Juice dell’Esa, in viaggio dal 14 aprile scorso verso Giove e le sue lune Europa, Callisto e Ganimede. Riguarda uno dei suoi dieci strumenti scientifici: il radar Rime, acronimo di Radar for Icy Moons Exploration, strumento a guida italiana progettato per sondare fino a nove km al di sotto della superficie delle lune ghiacciate. L’antenna di Rime è composta da due bracci lunghi complessivamente 16 metri – li possiamo vedere nell’infografica qui sotto (cliccare per ingrandire). Bracci estensibili, come anche quello dello strumento J-Mag. Solo che, a differenza di quest’ultimo, dispiegato con successo venerdì 21 aprile, quando Juice era già a circa 1.7 milioni di km dalla Terra, Rime non vuole saperne di estendersi. Non completamente, almeno.

Le cinque immagini raccolte fra il 17 e il 21 aprile, montate in una sequenza animata nel tweet dell’Esa riportato qui di seguito, documentano il tentativo di dispiegare una delle due metà dell’antenna. Ogni giorno si nota un avanzamento, ma alla fine l’estensione raggiunta da questa porzione d’antenna (per l’altra la manovra di dispiegamento non ha ancora avuto inizio) è circa un terzo della lunghezza prevista.

Le prime due immagini della sequenza mostrano l’antenna muoversi al rilascio del sistema di bloccaggio che aveva il compito di tenere tutto saldamene al suo posto durante il lancio. Nella terza immagine il segmento superiore sembra scomparire: questo perché si è correttamente dispiegato, ruotando di 180 gradi. E fin qui tutto secondo i programmi. È nella quarta e nella quinta immagine della sequenza che emerge il problema: il tentativo di dispiegare il secondo e il terzo segmento non riesce, probabilmente a causa, appunto, di un blocco all’altra estremità della staffa, non visibile nelle immagini. Il puntino bianco in alto a destra, invece, non è che la Luna, vista a una distanza che varia – nel corso della sequenza – da un milione a due milioni di km.

Il colpevole del malfunzionamento pare sia un piccolo perno rimasto incastrato, impedendo il rilascio dalla staffa di montaggio. Se è così si tratta di una questione di pochi millimetri, fa sapere l’Esa, dunque il problema potrebbe essere risolto scuotendo un po’ la navicella. Ed è proprio ciò che si ha ora intenzione di fare, accendendo i motori della sonda e facendola ruotare. In tal modo la staffa e il radar uscirebbero anche dalla zona d’ombra in cui sono attualmente, raggiungendo così temperature meno rigide. Per il resto Juice si sta comportando in modo eccellente, sottolineano gli esperti dell’Esa, ricordando che rimangono ancora due mesi per completare la messa in funzione della sonda, e dunque che c’è tutto il tempo per comprendere a fondo – e, si spera, risolvere – il problema del dispiegamento dell’antenna.

 

Fonte: Media INAF

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