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Da V1355 Orionis, un brillamento super

Sono violente esplosioni di plasma lanciate da una stella nello spazio a milioni di chilometri all’ora. Alimentate da un processo fisico noto come riconnessione magnetica, trasportano l’energia di miliardi di bombe. Sono i super-brillamenti, in inglese superflare.

Un team di astronomi guidati dall’Università di Kyoto ha osservato in dettaglio una di queste potenti emissioni stellari. Secondo quanto riportato nell’articolo che descrive la ricerca, pubblicato la settimana scorsa su The Astrophysical Journal, si tratterebbe di una delle eruzioni solari più massicce mai osservate.

Il super-brillamento in questione è stato prodotto da una stella nota agli astronomi per la sua frizzante attività solare: la stella subgigante di tipo spettrale K e classe di luminosità IV di V1355 Orionis: un sistema binario situato a 400 anni luce di distanza nella costellazione di Orione.

Shun Inoue, astronomo presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Kyoto, e colleghi sono riusciti a studiare lo spettacolare fenomeno osservando il sistema binario simultaneamente da terra e dallo spazio. Da terra con il telescopio Seimei da 3.8 metri dell’Università di Kyoto, e dallo spazio con il Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess) della Nasa.

I risultati dello studio suggeriscono che il super-brillamento ha rilasciato un’energia enorme, pari a 7.0 × 10 35 erg, miliardi di volte maggiore di quella rilasciata dalle prime bombe nucleari e centomila volte quella di un tipico brillamento solare (circa 10 30 erg).

L’analisi dei dati ha mostrato inoltre che il superflare ha avuto origine con l’eruzione di una protuberanza solare, un grande anello di plasma che scorre lungo un groviglio di linee di campo magnetico generate dalla dinamo interna di una stella, la cui rottura e il conseguente rilascio di plasma – l’eruzione, appunto – è il primo step verso lo sviluppo delle cosiddette espulsioni di massa coronale.

I ricercatori hanno quindi calcolato la velocità della materia scagliata nello spazio con questa esplosione. Il valore calcolato è compreso tra 1000 e 1500 chilometri al secondo, una velocità di gran lunga maggiore alla velocità di fuga della stella, pari a 347 chilometri al secondo. Ciò, spiegano gli autori, indica che l’eruzione avesse la spinta necessaria per allontanarsi dalla stella contro la sua gravità ed evolvere in una espulsione di massa coronale.

E se la velocità di emissione di questo super-brillamento vi sembra impressionante, la massa di plasma espulsa non è da meno. Secondo i ricercatori, infatti, l’eruzione che ha prodotto il superflare è una delle più massicce mai osservate, trasportando trilioni di tonnellate di materia. Questa enorme massa è all’incirca quella prevista teoricamente dalla legge di scala delle espulsioni di massa coronale, concludono i ricercatori, il che significa che l’eruzione su V1355 Orionis sia stata causata dallo stesso meccanismo fisico che produce le espulsioni di massa coronale sulla nostra stella.

 

Fonte: Media INAF

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