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In difesa del cielo radio

L’aumento dell’interferenza causata dalle costellazioni satellitari è un fattore di grave preoccupazione per la comunità radioastronomica internazionale, a causa della rapida proliferazione di satelliti in orbita terrestre bassa, che potrebbero essere oltre 50mila entro il 2030. Senza dubbio le costellazioni satellitari portano benefici alla connettività globale e a una serie di altri settori come il monitoraggio della superficie terrestre e i sistemi di navigazione, ma in compenso il prezzo da pagare è costituito da un impatto molto significativo nelle frequenze radio. Gli attuali regolamenti non sono infatti stati in grado di tenere il passo con il crescente affollamento dell’orbita terrestre bassa, rendendo ormai urgente un aggiornamento.

In occasione della conferenza mondiale sulle radiofrequenze – la World Radio Communication Conference (Wrc) – in corso a Dubai fino al 15 dicembre, sono state avanzate alcune proposte per definire un quadro normativo adeguato, da mettere in agenda per la prossima edizione della Wrc nel 2027. Questo appuntamento, organizzato dall’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu) delle Nazioni Unite, è una piattaforma chiave per definire le regole sull’uso dello spettro radio.

Le proposte sono arrivate congiuntamente dagli enti deputati alle telecomunicazioni dell’Africa (Atu) e dell’Europa (Cept) e sono state promosse dall’Unione astronomica internazionale, in particolare dal Centro per la protezione del cielo dall’interferenza delle costellazioni satellitari (Cps), che coordina gli sforzi globali della comunità astronomica per studiare l’impatto dei satelliti e cercare contromisure con le amministrazioni e l’industria.

Questa iniziativa rappresenta uno sforzo coordinato della comunità radioastronomica per affrontare la questione a livello internazionale. In particolare, il Sudafrica, sede del radiotelescopio MeerKat, e l’Europa sono i promotori di uno dei punti all’ordine del giorno per la Wrc-27 focalizzato sulla protezione internazionale delle zone di silenzio radio, ritenute aree critiche per i grandi osservatori astronomici. Non sono ancora previste invece norme di tutela analoghe per i satelliti, che potenzialmente possono disturbare le osservazioni anche nello spazio aereo circostante.

«Per decenni, il Regolamento delle radiocomunicazioni ha protetto la radioastronomia riservando specifici intervalli di frequenza per il suo utilizzo», ricorda Waleed Madkour, responsabile delle frequenze all’interno del Craf, il Comitato per le frequenze di radioastronomia della European Science Foundation.

Gli astronomi nutrono ora la speranza che le amministrazioni di tutto il mondo possano riconoscere l’importanza della protezione degli osservatori radioastronomici dalle interferenze satellitari.

«Le nostre misurazioni non solo contribuiscono alla comprensione dell’universo e della fisica fondamentale, ma sono anche essenziali per molte applicazioni nella vita quotidiana», dice Fabio Giovanardi dell’Inaf di Firenze, impegnato sul fronte della regolamentazione dello spettro per la radioastronomia nel Craf. «Le osservazioni geodetiche di oggetti lontani nel cielo non solo arricchiscono la nostra comprensione cosmologica, ma sono anche fondamentali per guidare i sistemi di navigazione globale, i veicoli spaziali e molte altre tecnologie».

In cerca di un supporto più ampio, la comunità astronomica e molti paesi sostenitori della proposta sono impegnati a partecipare attivamente alle discussioni in corso nell’ambito della Commissione delle nazioni unite sull’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (Copuos).

 

Fonte: Media INAF

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