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Calcinacci d’asteroide dopo l’impatto con Dart

Li vedete quei 37 circoletti bianchi con un puntino blu al centro nell’immagine qui sotto? Sono 37 macigni di grandezza variabile, da 1 a 6.7 metri, che si sono staccati dalla superficie dell’asteroide Dimorphos quando, il 27 settembre scorso, è stato colpito dalla sonda spaziale Dart della Nasa – un “proeittile” da mezza tonnellata sparato a 22500 km/h – nel corso del primo esperimento di difesa planetaria mai tentato nella storia.

Anche questa immagine è a suo modo storica: si tratta infatti probabilmente degli oggetti dalla luminosità più debole mai immortalati nel Sistema solare. Autore dello scatto è il telescopio spaziale Hubble. Al di là del virtuosismo e del valore estetico, è una fotografia che offre agli scienziati importanti dati scientifici, utili per comprendere in dettaglio cosa sia effettivamente accaduto il giorno dell’impatto, in attesa che la missione Hera dell’Esa – il cui lancio è in programma per il 2024 – non arrivi sulla scena del delitto per documentarla da vicino.

I 37 macigni, che si stanno allontanando dall’asteroide a circa 1 km/h, hanno una massa complessiva pari allo 0.1 per cento della massa di Dimorphos, dicono le stime degli scienziati. Ed è plausibile che non si tratti di frammenti prodotti al momento dell’impatto, bensì che fossero già lì sparsi sulla superficie dell’asteroide. A suggerirlo è la presenza di macigni di analoghe dimensioni negli ultimi fotogrammi ultra-ravvicinati acquisiti da Dart (guarda il tweet qui di seguito) pochi istanti prima di colpire il bersaglio.

Stando ai calcoli del team che ha osservato con Hubble questi 37 frammenti, l’impatto dovrebbe aver dato una “scrollata” sufficiente a disperdere il due per cento dei massi presenti sulla superficie dell’asteroide. Un dato che consente di ottenere una stima delle dimensioni del cratere d’impatto prodotto da Dart, in attesa di misurarlo direttamente quando Hera giungerà sul posto.

Nel frattempo, gli scienziati dei team di Dart e del cubesat tutto italiano LiciaCube stanno studiando gli effetti dell’impatto anche attraverso le immagini raccolte sul luogo e in diretta dalla fotocamera Luke (LiciaCube Unit Key Explorer) di LiciaCube nei minuti immediatamente successivi alla collisione.

 

Fonte: Media INAF

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