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Ammassi stellari a volontà nel cielo di gennaio

Con la Luna che a inizio mese rischiarerà il cielo solo nella seconda parte della notte, potremmo goderci, a partire dall’imbrunire, le bellissime costellazioni invernali. Verso sud Orione con la grande nebulosa, il Toro con le Pleiadi e poco distante la costellazione dei Gemelli, oltre che ben alte sull’orizzonte – nei pressi dello zenit – la costellazione dell’Auriga e quella di Perseo.

Orione culmina al meridiano poco prima delle 23 a inizio mese e, data la sua facile identificazione, ci servirà da riferimento. Prolungando le tre stelle della cintura del Cacciatore verso in basso a sinistra non potremo che notare la stella più luminosa del cielo: Sirio, conosciuta anche come stella del Cane o Canicola, essendo in effetti la stella principale della costellazione del Cane maggiore. Gli antichi egizi usavano questa stella per scandire l’inizio periodi caldi, la canicola appunto, da luglio ad agosto, quando Sirio sarebbe sorta poco prima del Sole e annunciando l’alluvione del Nilo. La stella Sirio ha una massa doppia rispetto a quella del Sole ma la sua forte luminosità, 25 volte quella della nostra stella, unita alla vicinissima distanza di soli 8,26 anni luce, la rendono la stella più luminosa del cielo sia boreale che australe. La sua temperatura superficiale di poco meno di 10mila gradi la rende di un colore azzurro blu. In realtà Sirio è un sistema binario. Mentre Sirio A, la stella più luminosa, di magnitudine -1.47, è una stella di sequenza principale come il Sole, la compagna, Sirio B, è invece invisibile a occhio nudo, essendo di magnitudine 8.44, ed è una stella nana bianca che ruota intorno a Sirio A con un periodo di 50 anni.

Il cielo di gennaio è piuttosto popolato da ammassi stellari che possono essere facilmente osservati anche con un piccolo telescopio o un binocolo, meglio nelle notti senza Luna.

Oltre alle Pleiadi, ben visibili e spesso scambiate per il Piccolo carro, e le Iadi che circondano l’occhio della costellazione del Toro, nella costellazione dell’Auriga sono facili da osservare M36, di magnitudine 6.3, M37, di magnitudine 5.6, e M38, quest’ultimo di magnitudine 7.4. Più a sinistra, ai piedi della costellazione dei Gemelli, si trova M35, di magnitudine 5.3 e visibile in cieli bui anche a occhio nudo, con a fianco il più piccolo ammasso Ngc 2158. Continuando la ricerca di ammassi aperti facilmente osservabili anche a occhio nudo, a sud di Sirio si può cercare M41 o ammasso del Piccolo alveare, addirittura di magnitudine 4.3, nel Cane Maggiore e poi M44 o ammasso del Presepe, nella costellazione del Cancro. Oltre a questi ammassi, data la posizione ben alta in cielo, non è da dimenticare l’osservazione del doppio ammasso di Perseo.

Giove è ancora brillantissimo nella prima parte della notte tramontando ben dopo la mezzanotte. La sua massima altezza sull’orizzonte sarà di poco meno di 60 gradi e quindi ben alto sull’orizzonte sud quando culmina al meridiano, verso le otto di sera a inizio mese e verso le sei alla fine del mese. Saturno si appresta a essere sempre meno visibile, tramontando verso le nove di sera a inizio mese e alle sette e mezza alla fine. Venere sarà ben visibile all’alba splendendo di magnitudine -4.  Tuttavia sarà sempre più vicino al Sole e quindi man mano sempre più difficile da osservare.

Da segnalare per finire lo sciame meteorico delle Quadrantidi, il cui picco è previsto per il 4 gennaio. Il quadrante, ossia la zona di cielo da dove sembrano, per effetto prospettico, provenire le stelle cadenti è situato tra la costellazione di Ercole e l’Orsa maggiore e perciò visibile nella seconda parte della notte fino al mattino. Tuttavia è possibile scorgere le meteore anche in altre ore della notte. La luna disturberà marginalmente le osservazioni dello sciame, e quindi pronti a esprimere qualche desiderio per il 2024.

 

Fonte: Media INAF

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