Cassiopea

Cassiopea1Cassiopeia - Hevelius, Uranographia, XVII sec.Tra le costellazioni del cielo, molte presentano enigmi e sfide culturali da dirimere, ma ce n’è una che è particolarmente affascinante: Cassiopea. Come abbiamo avuto modo di scoprire parlando di Cefeo, Cassiopea fa parte di un gruppo di sei costellazioni legate tra loro da un’unica narrazione. Cassiopea era la bellissima moglie di Cefeo, a causa della sua superbia fece adirare le nereidi, le ninfe del mare, le quali supplicarono Posidone di punire quelle terre. Cefeo, incapace di contrastare Cetus, il mostro marino inviato dal dio dei mari, si rivolse ad un oracolo. 

L’oracolo di Ammone sentenziò che avrebbero posto fine alla sciagura se la figlia di Cassiopea, Andromeda, fosse stata offerta in pasto al mostro.
(Apollodoro, Biblioteca, II, 4, 3)

Cassiopea2Il re Cefeo e la regina Cassiopea ringraziano Perseo per aver liberato Andromeda. Pierre Mignard - LouvreCome indicato da Ammone, il re fece incatenare la sua unica figlia Andromeda ad uno scoglio, sacrificandola così al mostro marino. Il mito poi ci narra di un eroe leggendario, Perseo, il quale salvò la fanciulla dopo aver ottenuto il permesso di poterla sposare. Se il re Cefeo non fa una bella figura (non ha saputo contrastare il mostro, si è reso disponibile a sacrificare la sua unica figlia per poi ricorrere ad un guerriero per salvarla), Cassiopea interpreta una parte ben peggiore. La vanitosa regina infatti non solo è la causa dell’ira divina che stravolge il suo regno, bensì, dimostra una riconoscenza davvero curiosa al salvatore di sua figlia. Una volta in salvo, Andromeda insistette perché le nozze avessero subito luogo. Cassiopea3Perseo combatte contro Fineo - Luca Giordano - 1470 - Palazzo reale di GenovaDurante la festa di nozze, Agenore, fratello di re Belo e pretendente alla mano della fanciulla, convocato espressamente dalla regina, fece irruzione con un gruppo di armati (secondo altri filoni narrativi l’irruzione viene guidata da Fineo, lo zio della sposa). Al grido della regina “Perseo deve morire” si scatenò una violenta battaglia. L’eroe riuscì ad avere la meglio solo ricorrendo alla testa di medusa e quindi trasformando tutti i presenti in pietra. Perseo, assieme alla sua sposa fuggi in una terra lontana, dove fondarono la città di Micene. Cefeo e Cassiopea furono invece posti in cielo da Posidone.

La posizione circumpolare della coppia regale non si deve al prestigio loro riconosciuto ma al fatto che per la metà di un anno stanno a testa in giu, in una posizione decisamente ridicola che rimarca agli uomini, come monito, il loro comportamento. Come si diceva all’inizio, la regina rappresenta più un antagonista delle fiabe che non una figura regale e degna di occupare un posto di primo piano nel cielo. Tutta questa narrazione stona tuttavia con quanto possiamo osservare nel cielo.

Cassiopea4Cefeo e Cassiopea nel cielo boreale - StellariumChi è abituato ad alzare gli occhi al cielo, sa bene che Cassiopea è in realtà un punto di riferimento molto importante per chi si vuole orientare. Le sue stelle sono facilmente riconoscibili anche dai meno esperti e sono molto luminose, molto più appariscenti di Cefeo ma anche di Andromeda e di Perseo. Le sue stelle principali, di magnitudine compresa tra il 2 ed il 3 la rendono facilmente riconoscibile anche sotto un cielo affetto da inquinamento luminoso. Assieme al grande carro, aiutano inoltre a determinare la posizione della stella polare.

Che sia l’appariscenza delle stelle a rappresentare la vanità della regina? O forse c’è dell’altro sotto? A questo punto bisogna tenere ben presente che la definizione della costellazione di Cassiopea è molto più antica del mito che invece risale a circa il XVII sec. a.C.. La costellazione potrebbe risalire ad un periodo in cui vigeva, come modello sociale il matriarcato e dove la fertilità femminile era venerata e rispettata essendo di fondamentale importanza per la sopravvivenza del gruppo stesso. Il mito risale invece ad un periodo in cui già vigeva un modello sociale di tipo patriarcale, dove la donna era relegata ad un ruolo di custode della casa e della famiglia, mentre le cose importanti erano in gestione agli uomini.
Questo ci da uno spunto di riflessione. Una delle ipotesi più suggestive identifica Cassiopea con la Grande Madre, divinità paleolitica che rappresenta la fertilità. La presenza in pitture o sculture arcaiche di segni a forma di V oppure di W a rappresentare la dea Madre potrebbero essere la correlazione tra il culto e la costellazione, la costellazione di una donna di straordinaria bellezza. Se da culti antichi, la forma della costellazione veniva identificata con la più importante divinità femminile, questo legame non poteva essere ignoto nel periodo ellenistico dove però, per sminuire l’importanza della figura femminile e della divinità, vennero associati anche caratteri di vanità e tracotanza. Sempre a tal proposito è da notare come il re Cefeo occupi un posto di maggior rilievo, essendo le sue stelle poste più a nord rispetto la consorte.

Cassiopea5Tycho Brahe - Castello di Skokloster - 1596La storia della costellazione, brilla però non solo per la sua particolare storia e simbologia. Viene di solito affiancata anche ad un nome illustre quale Tycho Brahe (1546-1601). Danese e di nobili natali, Brahe aveva fin da giovanissimo coltivato una vera passione per la matematica e l’astronomia, al punto da perdere il setto nasale durante un duello scaturito da un disaccordo riguardo ad una formula matematica. La sua passione lo aveva portato a condurre numerose ed assidue osservazioni fin da giovanissimo, rendendosi conto già a sedici anni dell’inadeguatezza degli allora strumenti di calcolo astronomici. Nel 1572 in particolare, un allora ventiseienne, scoprì una stella del tutto nuova nella costellazione di Cassiopea, evento impossibile nella concezione aristotelico-tolemaica del cielo che era considerato ancora all’epoca immutabile. L’evento osservato dal danese era in effetti una supernova, nota ancora oggi come stella di Tycho. Un altro evento, la scoperta di una cometa nel 1577 portarono il danese a porsi domande sulla robustezza del modello aristotelico che voleva il cielo suddiviso in sfere immutabili. Come poteva una cometa attraversarle? Per cercare di dare una risposta ai suoi dubbi, con l’aiuto del re danese Federico II, Brahe realizzò un opera del tutto nuova per l’europa del XVI secolo, un osservatorio astronomico stabile.
Il lavoro di Brahe fu coronato da un catalogo di 777 stelle del cielo boreale, catalogazione molto precisa ed accurata, ripetuta più volte, resa possibile dall’uso di uno strumento inventato dal danese stesso, che nei secoli successivi sarebbe divenuto uno strumento di fondamentale importanza per la navigazione: il sestante. Nonostante i suoi studi e le sue attente osservazioni, la profonda fede di Tycho lo portò a rimanere legato ad una concezione geocentrica del cosmo, nonostante egli fosse già al corrente delle teorie copernicane. Il lavoro di Tycho Brahe aveva però dato nuovo slancio ad una rivoluzione che passo dopo passo, generazione dopo generazione ha portato alla rivisitazione completa della visione del cosmo.
Ed è così che da un gruppetto di stelle, facilmente riconoscibili, l’umanità è passata dal crederle una manifestazione della dea madre, all’identificazione con una regina mitologica vanitosa fino allo studiarne la natura più intima, l’origine, la composizione ed il moto degli astri.
Quando vedrete di nuovo la W nel cielo, ricordatevi che la regina ha molto da raccontare.

 

di Fabrizio Benetton


Bibliografia:
Grande guida dell’astronomia, Libreria Geografica in collaborazione con A.S.I., edizione aggiornata 2020
Wikipedia – the free enciclopedia (Versione Italiana ed Inglese)
Storie del Cielo, Il giro del cosmo in 365 notti, seconda ed., di Ilaria Sganzerla
I miti Greci, di Robert Graves, ed. Longanesi
Stories of Astronomers and Their Stars – David Falkner – The Patrick Moore Practical Astronomy Series – Springer book
L’atlante del cielo, di Edward Brooke-Hitching, ed. mondadori 2020
Cielo e Costellazioni, la scienza racconta i miti, Paolo Colona, irideventi edizioni, 2010

Immagini:
Wikipedia – the free enciclopedia
Atlascoelestis.com – di Felice Stoppa

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