Il Drago - Draco

Un albero dalle mele d’oro. Questo fu il regalo di nozze da parte della Madre Terra ad Era in occasione del suo matrimonio con Zeus. La sposa fu’ poi così felice del dono che lo custodì nel suo orto sul monte Atlante, mettendogli a custodia le Esperidi (le figlie di Atlante) e Ladone, il drago dalle cento teste che sapeva parlare molte lingue e ripetere i versi degli animali così da spaventare anche gli uomini più coraggiosi.

Draco1Draco - Hevelius, Uranographia, XVII sec.

Il valoroso Eracle (o Ercole) ricevette come incarico da parte di Euristeo, il compito di cogliere le mele d’oro dal giardino custodito dalle esperidi. Questa avventura è nota anche come l’undicesima fatica.
Il giardino che ospitava l’albero era protetto da un possente muro creato da Atlante, prima che il titano venisse punito e costretto a sorreggere il mondo, ed Eracle, non sapendo come fare a cogliere i frutti del albero, chiese consiglio a Prometeo su come agire. L’eroe mise quindi, senza indugio, in atto il suo piano: si offrì ad Atlante di sorreggere il mondo per qualche ora, per alleviarlo dal pesante fardello, nel frattempo però, Atlante doveva cogliere le mele d’oro e portarle ad Eracle. Atlante accettò volentieri, avrebbe fatto qualunque cosa pur di liberarsi del peso che sorreggeva sulle spalle, tuttavia, il drago Ladone spaventava il titano, così Eracle decise di ucciderlo con una freccia scagliata stando al di fuori del muro. Liberatisi della creatura, Atlante colse le mele e si offrì di portarle ad Euristeo egli stesso se Eracle avesse accettato di sostenere il mondo per qualche mese ancora. Draco2Ercole uccide Ladone, Annibale Carracci, dipinto del XVI sec., Palazzo FarneseL’eroe accettò, tuttavia chiese ad Atlante di dargli il tempo per fasciarsi il capo e prepararsi al incarico. Il titano accettò, posò a terra le mele e riprese sulle spalle il mondo, ma Eracle raccolse i frutti e si allontanò. Quando Era si accorse della morte di Ladone, piangendo, lo pose nel cielo come costellazione del serpente. Secondo altri filoni del mito, Ercole avrebbe ucciso il drago combattendo con lui per poi raccogliere personalmente i preziosi frutti. 

Questo mito si ritiene abbia radici molto più profonde che non la sola cultura greca, tuttavia non è ancora noto a quale periodo risalga effettivamente. Ciò che sappiamo per certo è che la costellazione del drago è antica, nota sicuramente tanto agli antichi egizi quanto ai babilonesi. Se della costellazione babilonese sappiamo poco, della versione egizia abbiamo qualche elemento in più. Sappiamo con certezza che nel 3000 a.C. la stella più prossima al polo nord celeste era Thuban (Alpha Draconis) e sappiamo anche, grazie agli studi di archeoastronomia che le grandi piramidi di Giza presentano allineamenti precisi con le stelle. La grande piramide di Cheope ha infatti stupito e fatto dibattere a lungo gli archeologi in merito ad
alcuni suoi dettagli, tra cui la presenza di condotti che dal cuore della piramide conducevano verso l'esterno. I condotti sono quattro, posti esattamente lungo il meridiano passante. Due condotti sono orientati in direzione nord e due in direzione sud. Una coppia di condotti parte dalla camera del Re ed una dalla camera della regina.

 

Draco5Orientamento astronomico dei condotti della Grande piramide di Cheope.

Ipotizzati dapprima come condotti di areazione, è stato successivamente notato come fossero estremamente complicati per la loro funzione, dovendo attraversare in diagonale imponenti blocchi di pietra, inoltre la ventilazione sembrava essere comunque garantita più dal corridoio principale che non da questi condotti, per altro molto stretti. I canali della Piramide di Cheope rappresentarono a lungo un enigma affascinante e complesso. Si dovette attendere fino al 1964 perchè l’astronoma Virginia Trimble e l’egittologo Alexander Badawy formulassero l’ipotesi che i condotti fossero allineati astronomicamente e quindi fossero legati al culto funerario. Tenendo conto della precessione degli equinozi, la rotazione dell’asse terrestre attorno al piano di rivoluzione, gli studiosi stimarono che il condotto nord della Camera del Re puntasse verso la culminazione della stella polare dell’epoca, Alpha Draconis, mentre il condotto sud puntava sulla culminazione della Cintura di Orione. I condotti della camera della regina puntavano invece rispettivamente verso Sirio a sud e verso l’orsa minore a nord. Queste ipotesi sarebbero in linea con gli studi archeologici in merito alla concezione egizia della morte in quanto il faraone sarebbe dovuto diventare una stella compagna di Osiride (Orione) e la regina di Iside (Sirio). Re e regina avevano inoltre un posto vicino alle stelle imperiture, le stelle così vicine al polo nord celeste da non tramontare mai. 

Draco3Galassia Fuso - Messier 102 - NASA, ESA and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA)Se dalla cultura egizia a quella greca dobbiamo fare un salto nel tempo di quasi due millenni, prima di trovare qualcosa di veramente significativo nella storia della costellazione, dobbiamo fare un altro salto di pari lunghezza. Nel XVII secolo, l’astronomo Pierre Mechain avvisto nella primavera del 1781 un oggetto nebuloso che subito segnalò al suo amico Charles Messier per inserirlo nel suo catalogo. Tuttavia, pochi anni più tardi l’astronomo scrisse al matematico svizzero Bernoulli di
essersi confuso con la vicina nebulosa M101 facendo nascere una controversia con Messier che nel frattempo aveva pubblicato il suo catalogo citando la nebulosa nel drago come M102. Il dubbio venne poi risolto da Herschell che in maniera del tutto indipendente scoprì e misurò la nebulosa, misure che diedero così ragione a Messier.

Venendo poi a tempi più moderni, la costellazione del Drago presenta due primati per lo stesso oggetto del profondo cielo. La nebulosa planetaria NGC 6543, scoperta da W. Herschel, è ubicata in corrispondenza del asse di rivoluzione terrestre, ossia è il polo nord dell’eclittica, l’asse attorno al quale si sviluppa il movimento annuale di rotazione della terra attorno al sole. Non solo, questa nebulosa è nota anche per essere la prima planetaria di cui si sia tentata la spettroscopia. Draco4NGC 6543 - Nebulosa Occhi di Gatto - NASA Hubble Space TelescopeSiamo nel 1864 e l’astronomo William Huggins, si era dato l’obiettivo di analizzare spettroscopicamente questo oggetto. Seppur complessa, la pratica di dividere la luce nelle sue bande luminose era gia nota ed applicata in astronomia. Tuttavia, quando Huggins pose l’occhio allo spettrografo ebbe una sorpresa, non si vedeva nulla, salvo una singola righetta. Ad una analisi più attenta emersero altre due righette luminose nella parte blu dello spettro, ma niente altro. L’astronomo, che pensava di trovarsi di fronte ad un ammasso stellare, capì di trovarsi davanti ad un semplice ammasso di gas luminoso. Bisogna a questo punto ricordare che fino agli inizi del XX secolo, le nebulose erano, seppur ben mappate e note, considerate degli ammassi globulari appartenenti alla nostra galassia, tanto che fu Hubble a dimostrare come la Nebulosa di Andromeda contenesse delle stelle di tipo Cefeide (stelle pulsanti la cui pulsazione e luminosità sono collegate matematicamente tanto da poterne indicare con certezza la distanza) troppo lontane per appartenere alla nostra galassia. Questa era la prova che la Nebulosa di Andromeda era al di fuori della via lattea ed i confini del universo si erano appena estesi oltre ogni immaginazione. 

La storia di generazioni di uomini e donne è scritta nelle storie del cielo, cielo che potrebbe raccontare la nostra storia meglio di quanto non siamo in grado di fare noi. Perciò quando alziamo gli occhi al cielo, pensiamo che stiamo compiendo un gesto che da quando esiste l’umanità, hanno compiuto milioni di persone in epoche e luoghi diversi della terra. Tutti con lo stesso stupore, tutti con la stessa meraviglia, tutti con gli occhi al cielo.

 

di Fabrizio Benetton

 

 

Bibliografia:
Grande guida dell’astronomia, Libreria Geografica in collaborazione con A.S.I., edizione aggiornata
2020
Wikipedia – the free enciclopedia (Versione Italiana ed Inglese)
Storie del Cielo, Il giro del cosmo in 365 notti, seconda ed., di Ilaria Sganzerla
I miti Greci, di Robert Graves, ed. Longanesi
Archeoastronomia: la scienza delle stelle e delle pietre - di Giulio Magli
Stories of Astronomers and Their Stars – David Falkner – The Patrick Moore Practical Astronomy
Series – Springer book

Immagini:
Wikipedia – the free enciclopedia
Stellarium (software desktop)
Atlascoelestis.com – di Felice Stoppa
Hubble Space Telescope
NASA, ESA and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA)
http://civiltaanticheantichimisteri.blogspot.com/2015/09/lorientamento-astronomico-della.html

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