Cepheus - Cefeo

Un Eroe valoroso, una principessa da salvare, un mostro marino da sconfiggere, una creatura alata, un re ed una regina bellissima stretti dall’angoscia.
Non stiamo parlando di un romanzo né di una fiction televisiva, anche se la narrazione lo meriterebbe.
Come sempre, in questo spazio ci dedichiamo alla passione per la volta celeste e quindi non poteva mancare la saga familiare più famosa del firmamento.
Ci sono infatti nel cielo ben 6 costellazioni legate tra di loro da una stessa narrazione del mito e con questo ed i prossimi articoli intendiamo presentarveli uno dopo l’altro. Chi mastica di astronomia avrà già capito che stiamo per addentrarci nella narrazione di Perseo, l’eroe leggendario che sconfisse medusa, domò Pegaso il cavallo alato e con lui andò a sconfiggere il mostro marino, Cetus, la balena, che voleva divorare Andromeda, la principessa d’Etiopia figlia di Cefeo e Cassiopea, regina di leggendaria bellezza, tanto orgogliosa da sfidare la vanità delle Nereidi, le figlie di Posidone.
Ma andiamo con ordine a conoscere i personaggi di questa incredibile avventura...
Cefeo1Cepheus - Hevelius, Uranographia, XVII sec.Questa storia comincia con Cefeo. Cefeo compare in diversi racconti mitologici. Cefeo è per esempio il nome di un argonauta, ma si suppone si tratti di personaggi differenti seppur omonimi. In questa narrazione ci si riferisce al re d’Etiopia, territorio che però anticamente non coincideva con l’attuale stato africano, bensì si ritiene fosse l’indicazione dell’attuale Giordania/Arabia Saudita.
Re Cefeo, a causa della vanità della moglie, si vide costretto a sacrificare la sua unica figlia, Andromeda, ad un mostro marino che stava tormentando le coste del regno. Questo re, senza eredi maschi, vide quindi in Perseo, il valoroso guerriero, la possibilità non solo di salvare la sua amata figlia, bensì anche quello di assicurarsi una discendenza degna di governare il regno.
Se nel mito Cefeo non brilla particolarmente, né per il coraggio né per le sue capacità, a renderlo degno di nota in epoca più recente ci hanno pensato però dei giovani astronomi.
Siamo nel XVIII secolo e due nomi in particolare si legheranno a questa costellazione: Edward Pigott e John Goodricke.
Cefeo4John Goodricke 1764-1786Vissuti nella seconda metà del secolo, nel 1783 il trentenne Pigott stringe amicizia con il suo vicino di casa, Goodricke, allora appena diciottenne.
A legarli insieme c’è una passione forte per il cielo, ma in particolare per le stelle variabili.
Goodricke, infatti, aveva già scoperto il motivo della periodicità di Algol, mentre Pigott sera destinato a scoprire l’anno seguente (1784) la stella variabile Eta Aquilae. Nello stesso periodo il più giovane tra i due, Goodricke, scoprì altre due stelle variabili, Beta Lyrae e Delta Cephei. Non è noto il perché, tuttavia la scoperta di Delta Cephei diede il nome a tutte le variabili di classe simile, tutt’oggi note come Cefeidi.
Come talvolta accade, un astro apparentemente insignificante, ha dato tanto lustro alla sua costellazione da far legare il nome di Cefeo ad un importante strumento nelle mani di chi studia la cosmologia.
Le Cefeidi sono stelle di particolare importanza e bellezza, soprattutto per la loro funzione di candele standard. Normalmente possiamo definire di un astro due tipi di magnitudine, quella reale e quella apparente, il legame ovviamente sottostà alla distanza dalla terra. Se misurare la magnitudine apparente può non essere un problema, legare distanza e magnitudine reale, normalmente lo è, specialmente per gli astri di cui non è possibile misurare la distanza con la consueta tecnica della parallasse, ecco quindi l’importanza delle stelle Cefeidi.
Cefeo2Edward Pigot 1753-1825Questi astri riescono a variare fino a 7 volte la propria magnitudine con pulsazioni che variano da poche ore fino a quasi cento giorni. La variabilità è inoltre particolarmente stabile e regolare nel tempo con variazioni di soli pochi secondi. La variazione di luminosità dell’astro si accompagna con una variazione di temperatura e quindi di classe spettrale che normalmente varia da A ad F ma talvolta, per pulsazioni più lunghe, porta l’astro fino in classe K.
Questo significa che passano dall’essere stelle bianco-azzurre di sequenza principale (classe A) al minimo della loro luminosità, fino a diventare Giganti rosse raggiungendo così il picco di luminosità assoluta.
Le stelle classificate come Cefeidi legano la loro frequenza di pulsazione alla variazione di luminosità ed alla magnitudine assoluta che possono raggiungere. Nota quindi la luminosità apparente e la frequenza pulsante, è possibile determinare la distanza dalla terra dell’astro.
E così, dopo una vita dedicata alla caccia alle stelle variabili, grazie all’intuizione di una donna, è stato definite il principio fisico che si nasconde dietro le stelle variabili successivamente ribattezzate come stelle di tipo Cefeidi, utilizzate in cosmologia come metro di paragone per misurare l’universo.
La donna in questione era Henrietta Swan Leavitt, la cui occupazione era di osservare le lastre fotografiche presso il centro osservativo di Harvard. Henrietta diventò una delle così dette Computer di Pickering.
Cefeo5Henrietta Swan Leavitt 1868-1921Nata nel 1868, era la primogenita di sette figli di George Leavitt, ministro della chiesa congregazionalista. Il padre di Henrietta diede alla famiglia uno status agiato ma al costo di frequenti spostamenti di città. Fù così che nel 1888, Henrietta Leavitt, allora ventenne si trasferì a Cambridge, cittadina famosa per ospitare la prestigiosa università di Harvard. Essendo all’epoca l’iscrizione ad Harvard riservata agli uomini, Leavitt si iscrisse ad un istituto aggregato, successivamente noto come Radcliff College, il quale si occupava della formazione superiore per le donne. Il corso frequentato da Henrietta, la portò a laurearsi nel 1892 in arte, pur senza trascurare corsi di matematica ed astronomia.
All’età di 23 anni, affascinata dal cielo, supportata dalla agiatezza familiare, Leavitt si iscrisse ad un programma di volontariato come assistente ricercatrice presso il prestigioso Osservatorio di Harvard.
Il lavoro delle ”Donne Computer”, consisteva nel osservare le lastre fotografiche registrate dall’osservatorio, misurare la magnitudine delle stelle e catalogarle per magnitudine, classe spettrale e posizione. In particolare, Henrietta dava la caccia alle stelle variabili.
Cagionevole di salute, Leavitt passo una serie di anni a combattere contro le malattie, periodò che la portò ad allontanarsi dall’osservatorio fino al 1897. Quando poi prese il posto di direttore Edward Pickering, le cose migliorarono leggermente. Innanzi tutto, da volontarie, le donne computer divennero dipendenti, anche se mal pagate, ed inoltre vennero valorizzati i loro lavori e studi.
Cefeo3Diagramma H-R con evidenziata l'instabilità delle stelle cefeidiGli studi di Henrietta sulle stelle variabili, in particolar modo legati alle Nubi di Magellano, la portarono a definire 1777 stelle variabili. Gli studi vennero quindi pubblicati nel 1908. Ben 25 astri tra quelli riconosciuti da Henrietta avevano le caratteristiche delle stelle Cefeidi ed assumendo che le stelle delle Nubi di Magellano avessero tutte pari distanza, l’astronoma riuscì a costruire la relazione che legava periodo di variabilità e luminosità.
La teoria sviluppata da Leavitt venne poi convalidata da Ejnar Hertzsprung (famoso per il diagramma H-R) che usando la tecnica della parallasse determinò la distanza di numerose Cefeidi dentro la Via Lattea.
Sebbene il lavoro di Leavitt possa sembrare noioso, si rivelò particolarmente importante perché grazie a questa donna, un altro nome si è successivamente imposto nel firmamento della scienza: Edwin Hubble.
Hubble, infatti sfrutto l’intuizione di Henrietta, seppur diversi anni più tardi, per dimostrare che la nebulosa di Andromeda era troppo lontana per poter essere parte della Via Lattea.
In un attimo i confini dell’universo si espansero a dismisura facendo crollare molte delle certezze degli astronomi dell’epoca.
Ma questa è un’altra delle avventure legate alla saga familiare di Cefeo, e merita di essere raccontata…

 

di Fabrizio Benetton

 

Bibliografia:
Grande guida dell’astronomia, Libreria Geografica in collaborazione con A.S.I., edizione aggiornata 2020
Wikipedia – the free enciclopedia (Versione Italiana ed Inglese)
Storie del Cielo, Il giro del cosmo in 365 notti, seconda ed., di Ilaria Sganzerla
I miti Greci, di Robert Graves, ed. Longanesi
Stories of Astronomers and Their Stars – David Falkner – The Patrick Moore Practical Astronomy Series – Springer book

Immagini:
Wikipedia – the free enciclopedia
Atlascoelestis.com – di Felice Stoppa

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